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Calvino, Italo

Il sentiero dei nidi di ragno

Mondadori

800 - Letteratura


Citazioni:

  • Già pensavo a vederti qui che tu avessi cominciato a razzolare nelle prigioni. Perché quando uno comincia una volta a finire in prigione, non ci si leva più, tante volte lo metteranno fuori tante volte tornerà a cascarci. Certo se sei politico è un altro conto. Vedi, se l'avessi saputo, da giovane mi sarei messo nei politici anch'io. Perché fare i reati comuni non si risolve niente e chi ruba poco va in galera e chi ruba tanto ha le ville e i palazzi. A fare i reati politici si va in galera come a fare i reati comuni, chiunque fa qualcosa va in galera, ma se non altro c'è la speranza che un giorno ci sia un mondo migliore, senza più prigioni. Questo me l'ha assicurato un politico che era in prigione con me tanti anni fa, uno con la barba nera, che c'è morto. Perché io ho conosciuto comuni, ho comosciuto annonari, ho conosciuto fiscali, ho conosciuto tutte le specie d'uomini: ma bravi come i politici non ne ho conosciuto. (p. 41)
  • C'è allora tra gli uomini un grande muovere di schiene, di mani che si stringono, di parole esclamate a denti duri: è la battaglia che è già cominciata in loro, gli uomini hanno già la loro faccia di battaglia, tesa e dura, e cercano le armi per sentire tatto di ferro sotto le loro mani. (p. 108)
  • La stessa cosa ma tutto il contrario. Perché qui si è nel giusto, là nello sbagliato. Qua si risolve qualcosa, là ci si ribadisce la catena. Quel peso di male che grava sugli uomini del Dritto, quel peso che grava su tutti noi, su me, su te, quel furore antico che è in tutti noi, e che si sfoga in spari, in nemici uccisi, è lo stesso che fa sparare i fascisti, che li porta ad uccidere con la stessa speranza di purificazione, di riscatto. Ma allora c'è la storia. C'è che noi, nella storia, siamo dalla parte del riscatto, loro dall'altra. Da noi niente va perduto, nessun gesto, nessuno sparo, pur uguale al loro - m'intendi? - uguale al loro, va perduto, tutto servirà se non a liberare noi a liberare i nostri figli, a costruire un'umanità senza più rabbia, serena, in cui si possa non essere cattivi. L'altra è la parte dei gesti perduti, degli inutili furori, perduti e inutili anche se vincessero, perché non fanno storia, non servono a liberare ma a ripetere e perpetuare quel furore e quell'odio, finché dopo altri venti o cento o mille anni si tornerebbe così, noi e loro, a combattere con lo stesso odio anonimo negli occhi e pur sempre, senza saperlo, noi per redimercene, loro per restarne schiavi. Questo è il significato della lotta, il significato vero, totale, al di là dei vari significati ufficiali. Una spinta di riscatto umano, elementare, anonimo, da tutte le nostre umiliazioni: per l'operario dal suo sfruttamento, per il contadino dalla sua ignoranza, per il piccolo borghese dalle sue inibizioni, per il paria dalla sua corruzione. Io credo che il nostro lavoro politico sia questo, utilizzare anche la nostra miseria umana, utilizzarla contro se stessa, per la nostra redenzione, così come i fascisti utilizzano la miseria per perpetuare la miseria, e l'uomo contro l'uomo. (p. 114)

  • Seconda Guerra Mondiale

    Resistenza

    Fascismo

    Data Acquisizione: 21/02/2004

    Anno prima edizione: 1947

    Anno stampa: 1993

    Pagine: 159

    Lingua: ITA


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