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Boutros-Ghali, Boutros - Peres, Shimon

La guerra piu' lunga, la pace piu' difficile

Corbaccio

956 - Storia del Medio Oriente


Citazioni:

  • Gli accadde ciò che succede a molti dittatori: finiscono per identificarsi con l'immagine ideale di se stessi che la massa rimanda loro e perdono la testa, o comunque il senso della misura e della realtà. Non solo Nasser incominciò a credere a quello che diceva, ma per uno strano fenomeno psicologico quello che diceva divenne la sua realtà: dichiarando che Israele sarebbe stato sconfitto, o addirittura distrutto, per il rais la guerra era già finita e Israele già distrutto. (Shimon Peres, p. 108)
  • Per quanto riguarda il terrorismo palestinese, come può immaginare, nel mondo arabo non veniva totalmente condannato come in Occidente. Per l'opinione pubblica araba i terroristi palestinesi sono partigiani che rischiano la vita per una "causa santa". Sono eroi. In nessun altro luogo è altrettanto evidente che "il terrorismo è l'arma dei poveri". (Boutrus Boutrus-Ghali, p. 156)
  • Coloro che condannano il terrorismo muovono da una discriminazione di fondo. Non guardano allo stesso modo al "terrorirsmo individuale" e a quello "di Stato". Inorridiscono molto di più per l'esplosione di un un autobus con a bordo dei civili che non per lo scoppio di una bomba che fa come "danni collaterali" lo stesso numero di vittime civili. (Boutrus Boutrus-Ghali, p. 156)
  • No, (il terrorismo non è stato "remunerativo" per i palestinesi). Al contrario, penso che, se avvessero optato per la via politica, i palestinesi avrebbero guadagnato molto in termini di tempo e di efficacia. Naturalmente i terroristi ci hanno causato grandi sofferenze, ma scatenando la nostra reazione hanno sofferto ancora più di noi. Soprattutto il terrorismo è stato controproducente perché ha legittimato le rappresaglie più inflessibili da parte nostra e ha condotto i falchi alla testa del governo israeliano. Anche coloro che avrebbero potuto indurre il governo a una maggiore apertura si sono irrigiditi. Se le organizzazioni palestinessi non avessero fatto ricorso al più cieco terrorismo e si fossero trasformate in movimenti propriamente politici, avremmo avviato molto prima le trattative con loro. Del resto saremmo stati costretti a farlo sotto la pressione della comunità intenazionale. Il grande errore dei palestinesi è stato quello di sopravvalutare la propria forza militare e sottovalutare quella politica. Provi a confrontare la politica di Nelson Mandela e quella di Yasser Arafat: quale delle due è stata più intelligente e in fin dei conti più efficace? (Shimon Peres, p. 159)
  • Ricordo ciò che mi aveva detto Dayan all'epoca dei negoziati di Camp David: "Gaza è una polveriera che ben presto esploderà. Se dipendesse solo da me, ve la restituirei subito". E aveva aggiunto con tono sarcastico: "Sarete i primi a rimpiangerlo". (Boutrus Boutrus-Ghali, p. 391)
  • Si pensa sempre che in una trattativa l'importante sia trovare un buon piano. Non è del tutto vero. Quel che più conta è trovare un buon interlocutore. Spesso, infatti, quandi si propone un accordo, questo viene quasi automaticamente respinto dalla parte avversa a causa dei sospetti reciproci dei negoziatori. Anche i piani elaborati da terzi che si suppongono imparziali suscitano diffidenza. E spesso accade che, siccome ogni parte rifiuta le proposte dell'altra, la situazione si blocchi. A quel punto è inutile cercare di ottenere qualcosa, bisogna cercare di trovare una terza via. Questo è il motivo per cui considero di importanza primaria i rapporti tra interlocutori. Una volta stabilito un buon rapporto tra loro, si possono fare dei passi avanti a partire da un'idea concepita di comune accordo. Negoziare non significa mercanteggiare, ma inventare e creare insieme. (Shimon Peres, p. 393)
  • Peraltro il fatto che il primo ministro israeliano fosse stato ucciso da un terrorista ebreo mi avrebbe permesso di dire agli israeliani che il terrorismo non era un fenomeno esclusivamente palestinese. Ancora una volta si poteva constatare l'esistenza di una "alleanza oggettiva" tra estemisti israeliani e palestinesi. (Boutrus Boutrus-Ghali, p. 428)

  • Guerre Arabo-Israeliane

    Medio Oriente

    Israele e Palestina

    Data Acquisizione: 18/03/2012

    Anno prima edizione: 2006

    Anno stampa: 2008

    Pagine: 506

    Lingua: ITA


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